Mardì GRAS 28-31 luglio Incredibile: G.Gaynor, J. Sommerville, Moira Orfei
I protagonisti
ENNIO MARCHETTO
Ennio Marchetto è una vera star internazionale, conosciuto in molti paesi del mondo al livello di Elton John, José Carreras, o le Spice Girls. Eppure non è così facile vederlo in Italia, anche a causa dei suoi tanti impegni internazionali.
Nei suoi spettacoli ricostruisce, con costumi di carta e colori sgargianti, decine di personaggi illustri del mondo dello spettacolo, della cultura e della musica, tra cui tantissime icone gay. Da Marylin a Boy George, da Barbra Streisand a Madonna, da Amanda Lear a Nilla Pizzi, Ennio si diverte a ironizzare sui tic e sui difetti dei mostri sacri che ciascuno di noi ha nel cuore (o sullo stomaco…) in uno show ricco di ritmo e musica, nel quale uno degli ingredienti più importanti sono i costumi realizzati in collaborazione col fido Sosthen Hennekam.
“Ogni personaggio nasce da tanti disegni – afferma Ennio – E’ un processo continuo, disegniamo sempre, specialmente durante le attese negli aeroporti. Delle volte bastano pochi schizzi e un po’ di discussioni per creare qualcosa di nuovo, altre volte ci vogliono mesi prima che un disegno diventi un costume. I costumi devono essere non solo belli, ma anche durare e funzionare perfettamente in modo che siano facili da indossare”.
La carriera di Ennio comincia quando nel 1988 vince il 4° concorso per nuovi comici “La Zanzara d’Oro”, ma è nel 1990, con la partecipazione al Fringe Festival di Edimburgo, che conquista i più severi critici inglesi e lo show diventa subito un cult. Da allora, inizia la carriera di star internazionale sui palcoscenici di tutto il mondo: si è esibito più volte al West-End di Londra, dove ottiene una nomination al “Laurence Olivier Award” per il miglior spettacolo comico dell’anno, al MTV Music Awards a Berlino del ‘95, a Parigi, in Olanda. Nel 1999, debutta a New York nel teatro off-Broadway “Second Stage” dove riceve la nomination “Desk Award” come “Unique Theatrical experience”. Lo spettacolo continua al Theatre on the Square a San Francisco ed al Geffen Playhouse di Los Angeles.
Nel 2002 si esibisce al Ciak di Milano, al Parioli di Roma, all’ Arena Del Sole di Bologna. In luglio ad una festa privata su una nave da crociera assieme ad Elton John e José Carreras per poi conquistare il pubblico spagnolo al teatro Capitol di Barcellona dove lo show rimane in cartellone per due mesi.
Il 2003 vede Ennio in un lungo sell-out tour nel Regno Unito e Irlanda, poi per diversi mesi a Berlino e Amburgo. E una partecipazione alla trasmissione di Gianni Morandi su Rai Uno. Quest’anno, dopo varie date in Germania e negli USA, Ennio Marchetto sarà a giugno in Inghilterra e a luglio in Olanda: ad agosto tornerà al Fringe, e in autunno di nuovo in Germania.
MOIRA ORFEI
Chissà perché Moira Orfei è da sempre una icona per la popolazione gay italiana e non solo… Sarà per il suo look non esattamente sobrio? Sarà per il fatto che ha vissuto una vita indipendente, riuscendo a armonizzare estro e professionalità, passione e duro lavoro? Sarà perché è piena di amici gay e ne ha sempre fatto una sorta di manifesto? Certo è che Moira è uno dei mostri sacri dell’immaginario gay. Non c’è omosessuale che si rispetti che non segua con puntualità ogni nuovo passo della sua sterminata e variopinta carriera: da circense ad attrice, a soubrette e animatrice televisiva, Moira ha fatto di tutto.
Le sue apparizioni in TV non si contano, fin dal 1979, quando con Rita Pavone ha girato uno special televisivo RAI intitolato “Rita al Circo”. E poi apparizioni al fianco di Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Corrado, e i nei più popolari programmi della TV. Nella stagione televisiva 2002/03, ha anche fatto parte del cast di Domenica In, tutte le domeniche su RaiUno, ed è stata anche più volte ospite di Gay.TV a testimoniare la vicinanza con la comunità omosessuale italiana.
Al cinema Moira ha interpretato 47 film, alcuni impegnati con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, altri divertenti con Totò e la coppia Franco Franchi Ciccio Ingrassia, diretta da registi come Lattuada, Visconti, Germi e De Sica soprattutto per i kolossal all’italiana, i vari Maciste e Ursus tanto di moda negli anni 60 e 70 e oggi continuamente in replica in tv. Alcuni titoli? Casanova ‘70, Profumo di donna, Totò e Cleopatra, Totò contro i quattro o Ursus nella valle dei leoni.
E poi c’è il suo eterno, grande amore, il Circo…
THE CHOICE
La band, attiva già da alcuni anni, si forma a Milano. L’obbiettivo è fin dagli esordi quello di rispondere ad una esigenza di spettacolo coinvolgente e fedele alla migliore tradizione “seventies” americana. Il programma musicale comprende “cover” di classici del repertorio Funky-Disco, riproposti nel rispetto delle sonorità originali. Il “sound” è infatti frutto di una miscela di passione e professionalità che dà origine ad uno spettacolo non-stop ricco di “medley” tutti da ballare.
Qualche nome: dai Kool and the Gang, a The Chic, a KC and the Sunshine Band, senza dimenticare Gloria Gaynor, Donna Summer e i Village People… Anche il look della band si ispira al magico mondo dello Studio 54 e contribuisce a fornire un impatto scenico ad alto contenuto energetico e di sicuro effetto.
Il gruppo è composta da Lynda G.Ambrosino, voce, Silvano Dossena alla batteria, Stefano Fara alle percussioni e voce, Ernesto Ghezzi, tastiere e voce, Beppe Ippolito alla chitarra e Michele Pomella al basso. Tutte le info e le foto su www.thechoice.it.
La band sarà accompagnata dal corpo di ballo Friendly, formato da otto ragazzi selezionati accuratamente dallo steff artistico del Friendly Versilia tra le decine di ragazzi che si propongono ogni settimana nel corso dell’estate, per animare le serate del lungomare di Torre del Lago. Un corpo di ballo nuovo, quindi, all’insegna della visibilità e della voglia di divertirsi.
BILLY MORE
E’ il 25 settembre 1999 quando il Dj produttore Roberto Satninisi trova per lavoro in un noto club milanese ed assiste alla performance di una sofisticata Drag Queen. Di lì a poco nasce Up & Down (Don’t fall in love with me) e la storia di Billy More subisce una forte sterzata: con le sue 25.000 copie vendute, dato italiano, diventa un hit, rimanendo ai primi posti delle classifiche per parecchie settimane. Seguono centinaia di show nelle discoteche d’Italia, inframmezzati da dosati passaggi in tv, fino alla memorabile performance della serata finale del Festivalbar all’Arena di Verona, davanti a 30.000 persone, che ha proclamato Up & Down disco dell’estate.
Già vocalist conosciuta, con un pedigree di tutto rispetto nei club di tendenza, famosissima nelle notti di Riccione, Jesolo e Viareggio, creatrice di eventi, presenzialista, ha sempre rifiutato lo stereotipo della chiassosa baraccona.
Ma chi è nella realtà Billy More? La curiosità si è scatenata intorno al suo alias giornaliero: del “lui criptato” si sa solo che è (era) responsabile marketing per una società farmaceutica, poi si è avvicinato al mondo dello spettacolo facendo da assistente a produttori televisivi. Di origine partenopea, abile cuoca, vive a Milano in zona San Siro con i due inseparabili maialini Castore e Polluce.
SESTRE
Tre Drag Queen provenienti dalla Slovenia hanno scandalizzato e conquistato l’Eurovision Song Contest del 2002. Si chiamano Sestre, traducibile con Sorelle, e con il brano “Only Love” si sono aggiudicate il diritto di rappresentare la Slovenia nella gara finale.
Il gruppo, formato da Miss Marlena, Daphne e Emperatrizz, ha indossato divise da hostess di volo durante la loro performance alla finale nazionale, che hanno poi vinto non senza polemiche.
Marlena (Tomaz Mihelic) è un 24enne studente in terapia del lavoro; ed è stato proprio a un congresso sulla terapia del lavoro a Lubliana che Marlena ha fatto il suo primo drag-show, aiutata dal suo professore. Ha lavorato in parecchi tv show della tv slovena, ed ha affiancato sul palco alcuni dei nomi più dello spettacolo più amati dal pubblico della sua nazione.
Daphne (Sreco Blas), invece, è studente in agronomia e ballerino al Ljubljana Dance Theater. La “Daphne blagaiana” è una pianta che cresce in Slovenia, ma è anche una musa che attaccata da Apollo, fu salvata da Zeus che la trasformò in un arbusto. La nostra Daphne è una ballerina, che adora la danza moderna e il vogue; si sdoppia a volte nel DJ Lucky, quando non veste i suoi splendidi abiti femminili.
Infine Emperatrizz (Damjan Levec) apprendista parrucchiera, è una maestra del make up. Afferma di aver scelto il suo nome perché riflette la sua personalità…
JIMMY SOMERVILLE
Il ragazzo di Glasgow, Jimmy Somerville, ebbe il suo primo successo nel 1984, con la band dei Bronski Beat. “Smalltown boy” il singolo con cui debuttarono, arrivò in cima alle classifiche di tutta Europa, facendo conoscere ovunque l’inusuale falsetto di Somerville ma anche portando al centro della pop music le tematiche legate al disagio di essere gay in una città di provincia. Anche se non era la prima volta che una canzone trattava questi temi, “Smalltown boy” divenne, grazie al sound orecchiabile e all’atteggiamento aperto e antidivistico dei tre performer, il più grande successo gay della storia della musica. A cui ne seguirono tanti, come la cover del brano di Donna Summer “I feel love” registrato insieme con Marc Almond.
Affaticato dai mille impegni che il successo imponeva, Jimmy lasciò i Bronski Beat nel 1986, per formare poco dopo i Communards, con il vecchio amico e tastierista Richard Coles. Il nuovo gruppo si caratterizzò per un mix di buona disco “gay” d’annata e di canzoni più vicine al blues, più acustiche e con temi più sociali e politici. Cosa che nell’Inghilterra della Thatcher fece un’impressione molto forte. Dei singoli, “Don’t leave me this way” restò al primo posto in classifica per settimane, così come il commovente lamento silenzioso per la perdita di un amico ucciso dall’AIDS in “For a friend”.
Alla fine del 1988, Richard si separò per iniziare una carriera come commentatore religioso, e Jimmy iniziò la carriera solista, con la produzione di due album di successo: “Read my lips” (1989) e “The singles collection” (1990) che includevano una cover del brano di Sylvester Sylvester’s “You make me feel (mighty real)”, e una di “Comment te dire adieu” di Francoise Hardy. Inoltre partecipò all’album che faceva parte del progetto di informazione sull’AIDS “Red hot and blue”, registrando una cover del brano di Cole Porter “From this moment on”.
La visibilità con cui Jimmy Somerville ha sempre affrontato la propria omosessualità non gli ha mai impedito di vendere dischi. Anzi, la sua onestà come artista gay gli ha quasi certamente spianato il terreno. Da quando nel 1991 ha lasciato le classifiche, Jimmy ha deliberatamente scelto di dedicare parte della sua esistenza a – come dice lui stesso – vivere la sua vita di uomo gay degli anni ‘90. Mentre la sua voce si prendeva una lunga vacanza, si è buttato anche nel lavoro cinematografico, partecipando a “Orlando” di Sally Potter e creando una casa di produzione di film gay, la “Normal Films”, insieme con Isaac Julien e altri, per produrre “Postcards from America” che è stato presentato nel 1994 al New York Film festival.
“Negli ultimi anni – dice Jimmy – ho davvero vissuto la vita e ho scoperto me stesso. Ho scoperto anche che cosa vuol dire far parte di una comunità colpita dal dolore e dalla rabbia per l’AIDS, che si è portato via un sacco di amici. Le nuova canzoni che ho scritto trattano queste personalissime esperienze di vita, d’amore, di sesso e di morte”.
L’album “Dare to love” esce nel giugno ‘95, con il suo carico di canzoni ispirate alla pop dance e altre più serie dedicate alle tematiche gay, e il primo singolo “Heartbeat” va subito al primo posto della classifiche dance in America. A questo seguono successi come la cover di “Hurts so good” di Susan Cadogan, e “By your side”, uscito nell’ottobre ‘95 e seguito da un tour nel Regno Unito.
Nel 1997 Jimmy cambia casa discografica, e si esibisce all’Europride di Parigi e al St. Christopher Street Day Parade di Colonia. Nell’autunno di esibisce per il decimo anniversario del giornale gay “The Pink Paper” insieme con The Human League, Kylie Minogue, My Life Story, Heaven 17 e altri.
Nel 1998, dopo un trionfale tour in Australia, si dedica alla scrittura del nuovo album, “Manage the damage”; a maggio ‘99 esce il primo singolo “Something to live for” e a giugno iene pubblicato l’album, “una selezione eclettica di canzoni che intepreto per me stesso”, dice Jimmy.
Gli anni successivi hanno visto Jimmy impegnato in lunghi tour in tutto il mondo: Germania, Italia, America, Australia… Fino al 2003, dedicato, oltre che ad altri progetti musicali e alla partecipazione a iniziative benefiche, a lavorare sul nuovo album, ormai in procinto di essere pubblicato…
GLORIA GAYNOR
Gloria Gaynor. Un nome conosciuto in tutto il mondo. Una voce portentosa. Una canzone indissolubilmente legata al suo nome, “I Will Survive”, vincitrice di un Grammy Award e capace di ispirare ed emozionare ascoltatori in ogni angolo del mondo. “I Will Survive” risulta ancora oggi una delle canzoni predilette dall’industria cinematografica, come dimostra la sua inclusione nelle colonne sonore di oltre una mezza dozzina di importanti film nel solo 2000. A coronare questo successo, nel 2002 Gloria Gaynor conquista il primo posto della Top 100 delle canzoni dance di tutti i tempi stilata da VH-1, con “I Will Survive”.
E’ dal 1973 che Gloria Gaynor fa epoca, da quando piazzò al numero uno della neonata classifica Disco Action Charts di Billboard il suo “Never Can Say Good-Bye”, la prima canzone a ottenere lo status ufficiale di numero uno nel mondo della musica dance. Nel marzo del 2001 il suo singolo “Just Keep Thinkin’ About You” scala fino in vetta la classifica Dance/Club di Billboard, mentre la sua hit internazionale “Last Night”, con Giorgio Moroder, entra direttamente al numero 1 delle classifiche di tutta Europa.
La popolarità di Gloria Gaynor continua a crescere anche nel nuovo millennio. Nel marzo del 2002, in occasione dei World Music Awards a Monte Carlo, riceve il prestigioso LEGEND Award, consegnatole dal Principe Alberto, suo fan di vecchia data. Gloria Gaynor lascia il segno anche a Broadway, con la rivista musicale “Smokey Joe’s Café” che stabilisce un record per il numero di repliche andate in scena. È poi ospite di serie televisive della FOX di grande successo, quali “That ‘70’s Show” e “Ally McBeal”, grazie alle quali si fa conoscere e apprezzare da un’intera nuova generazione di telespettatori.
Nel settembre del 2002 pubblica un album intitolato “I Wish You Love”: è il primo lavoro di Gloria Gaynor distribuito internazionalmente da 15 anni. Comprende 15 singoli, tra cui la power ballad “I Never Knew” (uscita nel luglio 2002), con remix dance curate da Hex Hector, già vincitore di numerosi Grammy.
I concerti dal vivo sono una parte integrante dell’attività di Gloria Gaynor, che nel corso della sua carriera ha emozionato le platee di oltre 80 paesi con performance elettrizzanti. Gloria ha anche trovato il tempo di scrivere un’autobiografia dal titolo “I Will Survive” (St. Martin’s Press), mettendo a nudo molti aspetti dell’avventura della sua vita. Numerosi sono poi i suoi impegni nella sfera della beneficenza, che la vedono partecipe di importanti iniziative quali il Rita Hayworth Gala for Alzheimer e la Revlon Annual Walk for Life.
I fantastici numeri di Gloria Gaynor
“ 213: le volte in cui “I Will Survive” è stata ri-registrata dopo la pubblicazione nel 1979 dell’originale interpretato da Gloria Gaynor
“ 2: le volte in un anno in cui “I Will Survive” raggiunse la vetta della Billboard Top 100
“ 80: i paesi in cui Gloria Gaynor si è esibita
“ 14: i format radiofonici che nel 2002 ancora avevano in rotazione brani di Gloria Gaynor, tra cui: Top 40, Adult Contemporary, Hot AC, Rhythmic Top 40 e Urban AC
“ 6: le colonne sonore di film in cui “I Will Survive” è stata inclusa nel 2000
“ Numero 1 nella classifica artisti e singoli con “I Will Survive”, canzone dance del Ventesimo secolo secondo VH1
“ Prima e unica artista a essere ufficialmente incoronata Regina della disco dal sindaco di New York, Abraham D. Beame, nel 1975
“ Primo e UNICO Grammy mai assegnato nella categoria “Miglior canzone disco”, nel 1980 per “ I Will Survive”
“ Prima interprete a occupare la posizione numero uno della prima classifica DISCO ACTION mai stilata da Billboard, con “Never Can Say Goodbye” nel 1975.
“ Primo medley in formato EP (“Never Can Say Goodbye”, “Reach out I’ll Be There”, “Honey Bee”) a giungere nelle radio e nelle discoteche nel 1975.